I numeri e i cuori della ComoLake 3k


Distanza totale: 3360 km

Dislivello complessivo: 21913m

Totale ore pedalate: 107:25:37

Velocità media generale: 28,2 km/h

Velocità media in movimento: 31,2 km/h

Temperatura minima: 20° C

Temperatura media: 29° C

Temperatura massima: 40° C


Atleti che hanno completato almeno un giro completo: 28

Atleti complessivamente coinvolti: 31

Atleti che hanno completato due giri nei 5 giorni: 2


Borracce da 600cc consumate da ciascun atleta: 6/10

Gel consumati da ciascun atleta: 3/4

Barrette consumate da ciascun atleta: 2/4

Borracce complessivamente consumate: >150

Barrette e gel consumati complessivamente: >170


Forature durante le 120 ore: 0

Rotture meccaniche: 1 manubrio

Cadute con conseguenze per l’atleta: 0

Cadute senza conseguenze per l’atleta: 1

Infrazioni al codice della strada: 0

Litigi con gli altri utenti della strada: 0


Denaro raccolto dai soci per beneficenza: 2100€


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Comolake 3k. Per parlarne mi viene facile partire dai numeri. E sono numeri che, quando abbiamo pensato a questa piccola impresa, ci sembravano numeri irraggiungibili. Forse non è difficile per un amatore allenato completare i 160 km del giro del Lago di Como. Non è nemmeno così difficile farlo in un tempo decente, sotto le 6 ore. Farlo in piena estate, nella settimana più calda da decenni, in mezzo al traffico congestionato della Statale Regina di giorno, al buio più completo di notte, e mettere insieme 20 giri, 31 atleti, uno dietro l'altro senza fermarsi, evitare incidenti, forature, inconvenienti, cadute, questo sì: questo è stato incredibilmente difficile. Ma ogni giorno, a partire dalle 13 del 25 giugno, l'entusiasmo e la partecipazione sono andati crescendo. La tecnologia ci ha aiutato in maniera enorme ad alimentare le emozioni. Ad ogni giro vedere sullo smartphone la traccia dell'atleta che si avvicinava al cambio con il socio ha assunto di giorno in giorno connotati commoventi ed esaltanti. È strano per chi come noi è abituato da molti anni a correre in bicicletta partecipare a una impresa come la 3k. Siamo sempre stati abituati a correre per noi stessi. Parto, corro, supero, arrivo, guardo la classifica. Azioni autoreferenziali. Qui c'era in gioco qualcosa di più grande, e tutti lo hanno sentito in pancia fin dal primo momento. Qui abbiamo pedalato per la squadra, per Fabio, per il compagno che ci aspettava a Tavernola per il cambio. È stata una emozione nuova, e alla fine, alla domenica pomeriggio, ci siamo sentiti più uniti, più forti nell'essere parte di questa squadra. Poi ci sono state le emozioni che ciascuno di noi ha vissuto nelle lunghe ore in bici. Molti hanno effettuato il giro in solitaria, con tanto tempo per pensare. Ci portiamo dietro e dentro la presenza costante del lago, in basso sulla destra, compagno e spettatore di ogni pedalata, così nero e silenzioso di notte, così luccicante e invitante nei 40°C sotto il sole. Il tempo per pensare dicevo, tanto, troppo tempo per pensare. Meglio non pensare ai km che mancano, ai rischi che si corrono, alla bici che si può rompere. Ecco che ciascuno di noi ha imparato a pensare all'acqua, a berne almeno un sorso ogni 15 minuti, a riempire le borracce quasi ad ogni fontana, a mangiare qualcosa ogni mezz'ora, a evitare le buche e a segnalarle al socio che sta a ruota, a evitare le auto e i camion. Sempre sotto un cielo inaspettatamente blu, più blu del caldo che ci ha avvolto. Sempre con i profumi che, soprattutto di notte, investivamo con la bici come se fossero spessi, voluminosi. Non avevo mai sentito così forte il profumo del gelsomino, del legno, dell'asfalto e del lago. Il nostro lago, che ha dato il nome a questa squadra, a questa impresa, a questa idea di ciclismo che è condivisione, unione, amicizia, amore per lo sport e per la natura.